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lunedì 15 settembre 2008

Il Nokia N96 entra nel listino di 3 Italia

Sebbene il Nokia N96 sia disponibile nei negozi italiani solo da pochi giorni, lo smartphone è già entrato a far parte del listino cellulari di 3 Italia.
La versione No lock (utilizzabile con tutte le SIM) costa 699 euro, quindi 20 euro in meno rispetto al prezzo ufficiale pari a 719 euro fissato da Nokia nel nostro paese.

Inoltre è possibile acquistare il nuovo smartphone Serie N con l'offerta 'Scegli 3 New' sia con piano Abbonamento che Ricaricabile.
Nokia N96 offerta 'Scegli 3 New' con piano Abbonamento:
- Piano Zero3 costo: 499 euro;
- Piano Zero5 costo: 399 euro;
- Piano Zero7 costo: 0 euro;
- Piano Zero8 costo: 0 euro.

Nokia N96
Nokia N96

Nokia N96 offerta 'Scegli 3 New' con piano Ricaricabile.
Nuova attivazione con piano Super7, Super10 o Super0Mondo:
- ricarica minima 10 euro al mese, costo fisso: 499 euro;
- ricarica minima 20 euro al mese, costo fisso: 399 euro;
- ricarica minima 30 euro al mese, costo fisso: 0 euro in promozione fino al 31 ottobre (per chi aderirà all’offerta a partire dal 1 novembre, l’impegno di ricarica mensile sarà di 40 euro).

Va ricordato che in un primo momento la TV in modalità DVB-H non sarà disponibile, infatti l'operatore spiega che "3 con un SMS segnalerà ai clienti le nuove versioni software da scaricare per accedere entro dicembre 2008 al palinsesto de la 3TV".

L’abilitazione alla visione dei programmi avverrà gradualmente in due fasi: da ottobre si potranno vedere i canali gratuiti Rai1, Rai2, Mediaset, Boing, Sky Meteo e La3, il canale autoprodotto da 3 Italia per i TVfonini.
A novembre la programmazione verrà completata con l’offerta dei Pacchetti Premium Sky e Calcio, ciascuno a pagamento al costo di 4 euro al giorno o 9 euro al mese. Il Pacchetto Sky include i canali Sky Sport Mobile, Sky Cinema Mobile e Sky TG 24, mentre il Pacchetto Calcio offre le partite del campionato di Serie A disputate in casa dalle squadre Mediaset Premium.


di Telefonino.net Redazione

HP pensa al suo sistema operativo

Hewlett-Packard starebbe pensando ad un'alternativa che possa sostituire Microsoft Windows sui suoi prodotti. Secondo un dirigente HP, che ha preferito rimanere anonimo, la Divisione PC dell'azienda avrebbe iniziato ad esplorare la possibilità di realizzare un sistema operativo per il mercato di largo consumo.

Come ha sottolineato BusinessWeek, che ha curato lo scoop, la piattaforma sicuramente sarebbe basata su Linux, ma con interfaccia particolarmente evoluta – per far fronte alle esigenze mainstream. L'obiettivo, in pratica, sarebbe quello di entrare in diretta competizione con Apple fornendo un valido antagonista al Mac OS.

Un esempio di questa nuova strategia è certamente rappresentato dal recente TouchSmart PC, il software e omonimo pc che grazie da un'interfaccia evoluta migliora la gestione di numerose funzioni di Windows Vista. HP, comunque, non è nuova a questo genere di sfide: dal 1997 la sua versione Unix ha riscosso un discreto successo negli ambienti business con macchine PA-RISC, Intel Itanium e Apollo/Domain.

Gli hacker attaccano l'LHC del Cern di Ginevra

Un hacker non è tale se non prova a “forzare” un obiettivo particolarmente importante, prestigioso. Più che il valore monetario, i veri pirati informatici (da non confondere con i cybercriminali, che pensano solo a rubare dati sensibili o tutto quello che può servire a raggranellare soldi) puntano al colpo grosso mediatico, che possa far parlare di loro e della loro impresa. E’ così che possono fregiarsi del titolo di hacker. Questa volta ci hanno provato degli smanettoni greci, un team di hacker che si fa chiamare GST (Greek Security Team), che proprio nel giorno del grande esperimento di Ginevra, mercoledì scorso, sono entrati nel sistema del Cern per lasciare la loro firma, fregiandosi così di avere fatto parte in qualche modo del più grande esperimento scientifico della storia.

E’ stato il quotidiano inglese The Telegraph a riportare i particolari di questo attacco, spiegando che in realtà non si è tratto di una violazione particolarmente dannosa, visto che i greci si sono limitati a un attacco di defacement (probabilmente approfittando dei dati di accesso all’acceleratore americano Tevatron del Fermilab), lasciando una pagina web sul sito del Cern in corrispondenza delle informazioni relative a uno dei quattro esperimenti tentati mercoledì, ovvero il CMS, quello che avrebbe dovuto scoprire la cosiddetta “particella di Dio”, il fantomatico Bosone di Higgs.

Dopo avere rimosso la pagina truffaldina e avere verificato che non fossero stati inseriti trojan o altri tipi di virus, gli esperti del Cern hanno assicurato che la situazione è sotto controllo. E meno male, perché entrare in possesso in remoto di un bestione come l’LHC di Ginevra significa avere per le mani uno o più dei magneti da 12 tonnellate che compongono l’acceleratore di particelle, con la possibilità di fare disastri considerevoli.

Ma ormai tutto è a posto, almeno secondo quando affermano i responsabili del Cern.
“Non ci sono stati danni gravi” ha riferito James Gillies, portavoce del Cern di Ginevra. “La nostra rete di sicurezza è strutturata a più livelli, e nessuno li ha violati.”
Dello stesso avviso anche i due responsabili dell’esperimento Atlas, che si è mosso in parallelo al CMS, ovvero gli italiani Fabiola Gianotti e Guido Tonelli.
“I sistemi di protezione hanno funzionato” sostiene quest’ultimo, “impedendo che gli hacker arrivassero a parti vitali delle nostre macchine”.
“Abbiamo comunque alzato il livello di protezione del sistema” tiene a precisare Fabiola Gianotti, “in modo da impedire altri attacchi del genere”.

Mozilla: Firefox 3.1 naviga in privato!

Oltre al rinnovato motore JavaScript più veloce, Firefox 3.1 sarà dotato di un nuovo sistema di navigazione sicuro. Mozilla si adegua finalmente alla modalità privata, già presente su Safari di Apple e Google Chrome.

Da molti anni, il browser Apple, Safari, possiede una modalità, denominata Private Browsing, mentre più recentemente Google Chrome ha attivato una funzione, chiamata Incognito. Per quanto riguarda Internet Explorer 8, Microsoft sta lavorando alla nota modalità InPrivate, ma il grande assente rimane Firefox. Mozilla aveva previsto inizialmente una modalità di navigazione privata per Firefox 3.0, ma per mancanza di tempo durante lo sviluppo, tale opzione è stata rimandata.

Firefox 3.0

Tuttavia, la prossima versione Firefox 3.1, attesa per la fine del 2008, dovrebbe esserne provvista. Secondo quanto rilasciato dagli sviluppatori, il futuro browser conserverà in memoria l'insieme dei cookies, durante una sessione di navigazione internet, che saranno cancellati alla chiusura dell'applicazione. I siti visitati non saranno registrati dal browser, di conseguenza i link cliccati non saranno segnalati con il tipico colore viola. Quando l'utente inizierà una sessione privata, gli strumenti per la protezione delle password o per il riempimento automatico dei form saranno disattivati. Alla chiusura di Firefox 3.1, tutti i download in corso saranno interrotti e tutti i link privati saranno cancellati.

Dunque, secondo i team di Mozilla, Apple, Google e Microsoft, i browser di domani saranno estremamente veloci grazie alle qualità prestazionali del proprio motore JavaScript e alla modalità privata. Se siete interessati a maggiori dettagli su Forefox 3.1, vi consigliamo di consultare la pagina wiki degli sviluppatori.

mercoledì 16 luglio 2008

RIM tiene duro, Bold ha più carattere dell'iPhone

Research In Motion, l'azienda statunitense che si nasconde dietro al successo del BlackBerry, supererà senza problemi la recente congiuntura economica. Ne è convinto Jim Balsillie, CEO dell'azienda, che durante l'ultimo incontro con gli azionisti ha spiegato i prossimi progetti di espansione del Gruppo. Non soddisfatti della presenza in ben 140 paesi, vi saranno ulteriori sviluppo in Russia, Ameria Latina, Cina e Sudest Asiatico.

"Non siamo certamente a corto di opportunità", ha dichiarato Balsillie. "Siamo in prima posizione, una posizione che ci ha fatto guadagnare e meritare ciò che abbiamo". Gli analisti, negli ultimi tempi, hanno espresso dubbi infatti sul futuro del colosso statunitense: la crescente competizione nel segmento smartphone e il periodo nero dell'economia statunitense potrebbero incidere fortemente sulle azioni – cosa per altro già concretizzatasi con un recente calo del 25%.

La strategia futura comunque è chiara, poiché si parla già di nuovi modelli e applicazioni; senza contare l'incremento degli investimenti nel dipartimento di Ricerca & Sviluppo. L'obiettivo è di conquistare quote di mercato in ambito consumer, puntando su funzioni multimediali e una campagna il cui claim è " BlackBerry for life".

Si inizierà quest'estate con il BlackBerry Bold, un modello 3G che cercherà di rispondere al successo dell'iPhone.

iPhone 3G, il firmware 2.0 5A347 per eliminare il display giallo

Nonostante non sia passata nemmeno una settimana dal lancio commerciale del nuovo iPhone 3G, è già disponibile il primo aggiornamento software.
I primi possessori di iPhone 3G hanno infatti scoperto l'esistenza di un nuovo firmware che, oltre risolvere alcuni bug, dovrebbe apportare una calibrazione del colore diversa rispetto a quella presente inizialmente, correggendo così l’effetto giallognolo rilevato sul display touchscreen dell'iPhone 3G.

Apple iPhone 3G
Apple iPhone 3G

Tutti gli iPhone 3G in commercio hanno la versione firmware 2.0 5A345, ma sul telefonino di Cupertino è già possibile installare la più recente 2.0 5A347.
Va detto che iTunes non segnala la disponibilità di questo aggiornamento, di conseguenza per aggiornare il proprio iPhone 3G bisognerà collegare il telefono a iTunes ed effettuare il “Ripristina” (prima di fare il ripristina è bene fare il backup, altrimenti andranno persi tutti i dati).

martedì 15 luglio 2008

IPv6, la rete GARR è pronta

L'invito del commissario europeo alle telecomunicazioni Viviane Reding non è caduto nel vuoto. Un mese fa la Commissione aveva richiamato l'attenzione sul problema degli indirizzi IP, ormai prossimi all'esaurimento: l'unica soluzione possibile è il passaggio dall'attuale IPv4 al nuovo e più moderno IPv6. Un passaggio che, tuttavia, negli ultimi anni ha stentato a prendere abbrivo, e che dunque va imposto con una decisa sterzata. Dall'Italia risponde il Consortium GARR, che alla UE fa sapere: siamo già pronti.

Già dal 2002, spiega l'associazione che fornisce connettività di rete a banda larga alle istituzioni accademiche e di ricerca, grazie ad un progetto denominato 6net di cui GARR era responsabile per l'Italia, la rete del consorzio ha iniziato a sperimentare l'applicazione del nuovo protocollo. Al termine del progetto, termine che risale al giugno del 2005, GARR ha poi provveduto ad implementare gradualmente IPv6 nella infrastruttura di produzione della sua rete, che ad oggi risulta double-stack, vale a dire in grado di offrire a chiunque vi sia collegato tutti i servizi sia in modalità IPv4 che IPv6.

Secondo GARR, i vantaggi di quest'ultimo protocollo sono evidenti. Oltre ad un più ampio spazio di indirizzamento, che garantisce fino a 2 alla 128ma combinazioni disponibili e che risolve in modo pressoché definitivo il problema presentato da IPv4, ci sono quelli offerti dalla possibilità di collegarsi sempre con lo stesso IP in rete conservando le proprie credenziali, nonché un layer di sicurezza inserito di default nel protocollo che garantisce la comunicazione affidabile e riservata via rete.
Ma i vantaggi di IPv6 si allargano anche alle applicazioni multimediali, che ai tempi della formulazione di IPv4 non erano neppure ipotizzabili, senza contare la maggiore flessibilità che il protocollo garantisce per i possibili sviluppi futuri. GARR cita ad esempio intere reti cittadine di illuminazione pubblica controllabili attraverso Internet, o più ristrette ma altrettanto capillari reti domestiche che consentirebbero di controllare dalla lampadina ad ogni singolo elettrodomestico. Possibilità che "dovrebbero fungere da catalizzatore" per le imprese per spingerle "sulla strada dell'innovazione" e condurre alla nascita della "prossima generazione di applicazioni Internet".

Le università, fanno sapere dal Consortium, hanno già avviato questo tipo di sperimentazione sulle proprie reti LAN e WAN: IPv6 non va vista come una soluzione in discontinuità con IPv4, bensì come una scelta da sviluppare in parallelo per "determinare alcuni cambiamenti nelle modalità con cui finora sono state gestite e pianificate le reti, soprattutto nel settore della sicurezza". L'invito è quello di sfruttare questi due anni per familiarizzare con le novità, così da non arrivare impreparati al cambiamento ed essere anzi pronti ad approfittare di tutti i vantaggi offerti da IPv6.

notizia presa da www.punto-informatico.it