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lunedì 15 settembre 2008

Il Nokia N96 entra nel listino di 3 Italia

Sebbene il Nokia N96 sia disponibile nei negozi italiani solo da pochi giorni, lo smartphone è già entrato a far parte del listino cellulari di 3 Italia.
La versione No lock (utilizzabile con tutte le SIM) costa 699 euro, quindi 20 euro in meno rispetto al prezzo ufficiale pari a 719 euro fissato da Nokia nel nostro paese.

Inoltre è possibile acquistare il nuovo smartphone Serie N con l'offerta 'Scegli 3 New' sia con piano Abbonamento che Ricaricabile.
Nokia N96 offerta 'Scegli 3 New' con piano Abbonamento:
- Piano Zero3 costo: 499 euro;
- Piano Zero5 costo: 399 euro;
- Piano Zero7 costo: 0 euro;
- Piano Zero8 costo: 0 euro.

Nokia N96
Nokia N96

Nokia N96 offerta 'Scegli 3 New' con piano Ricaricabile.
Nuova attivazione con piano Super7, Super10 o Super0Mondo:
- ricarica minima 10 euro al mese, costo fisso: 499 euro;
- ricarica minima 20 euro al mese, costo fisso: 399 euro;
- ricarica minima 30 euro al mese, costo fisso: 0 euro in promozione fino al 31 ottobre (per chi aderirà all’offerta a partire dal 1 novembre, l’impegno di ricarica mensile sarà di 40 euro).

Va ricordato che in un primo momento la TV in modalità DVB-H non sarà disponibile, infatti l'operatore spiega che "3 con un SMS segnalerà ai clienti le nuove versioni software da scaricare per accedere entro dicembre 2008 al palinsesto de la 3TV".

L’abilitazione alla visione dei programmi avverrà gradualmente in due fasi: da ottobre si potranno vedere i canali gratuiti Rai1, Rai2, Mediaset, Boing, Sky Meteo e La3, il canale autoprodotto da 3 Italia per i TVfonini.
A novembre la programmazione verrà completata con l’offerta dei Pacchetti Premium Sky e Calcio, ciascuno a pagamento al costo di 4 euro al giorno o 9 euro al mese. Il Pacchetto Sky include i canali Sky Sport Mobile, Sky Cinema Mobile e Sky TG 24, mentre il Pacchetto Calcio offre le partite del campionato di Serie A disputate in casa dalle squadre Mediaset Premium.


di Telefonino.net Redazione

HP pensa al suo sistema operativo

Hewlett-Packard starebbe pensando ad un'alternativa che possa sostituire Microsoft Windows sui suoi prodotti. Secondo un dirigente HP, che ha preferito rimanere anonimo, la Divisione PC dell'azienda avrebbe iniziato ad esplorare la possibilità di realizzare un sistema operativo per il mercato di largo consumo.

Come ha sottolineato BusinessWeek, che ha curato lo scoop, la piattaforma sicuramente sarebbe basata su Linux, ma con interfaccia particolarmente evoluta – per far fronte alle esigenze mainstream. L'obiettivo, in pratica, sarebbe quello di entrare in diretta competizione con Apple fornendo un valido antagonista al Mac OS.

Un esempio di questa nuova strategia è certamente rappresentato dal recente TouchSmart PC, il software e omonimo pc che grazie da un'interfaccia evoluta migliora la gestione di numerose funzioni di Windows Vista. HP, comunque, non è nuova a questo genere di sfide: dal 1997 la sua versione Unix ha riscosso un discreto successo negli ambienti business con macchine PA-RISC, Intel Itanium e Apollo/Domain.

Gli hacker attaccano l'LHC del Cern di Ginevra

Un hacker non è tale se non prova a “forzare” un obiettivo particolarmente importante, prestigioso. Più che il valore monetario, i veri pirati informatici (da non confondere con i cybercriminali, che pensano solo a rubare dati sensibili o tutto quello che può servire a raggranellare soldi) puntano al colpo grosso mediatico, che possa far parlare di loro e della loro impresa. E’ così che possono fregiarsi del titolo di hacker. Questa volta ci hanno provato degli smanettoni greci, un team di hacker che si fa chiamare GST (Greek Security Team), che proprio nel giorno del grande esperimento di Ginevra, mercoledì scorso, sono entrati nel sistema del Cern per lasciare la loro firma, fregiandosi così di avere fatto parte in qualche modo del più grande esperimento scientifico della storia.

E’ stato il quotidiano inglese The Telegraph a riportare i particolari di questo attacco, spiegando che in realtà non si è tratto di una violazione particolarmente dannosa, visto che i greci si sono limitati a un attacco di defacement (probabilmente approfittando dei dati di accesso all’acceleratore americano Tevatron del Fermilab), lasciando una pagina web sul sito del Cern in corrispondenza delle informazioni relative a uno dei quattro esperimenti tentati mercoledì, ovvero il CMS, quello che avrebbe dovuto scoprire la cosiddetta “particella di Dio”, il fantomatico Bosone di Higgs.

Dopo avere rimosso la pagina truffaldina e avere verificato che non fossero stati inseriti trojan o altri tipi di virus, gli esperti del Cern hanno assicurato che la situazione è sotto controllo. E meno male, perché entrare in possesso in remoto di un bestione come l’LHC di Ginevra significa avere per le mani uno o più dei magneti da 12 tonnellate che compongono l’acceleratore di particelle, con la possibilità di fare disastri considerevoli.

Ma ormai tutto è a posto, almeno secondo quando affermano i responsabili del Cern.
“Non ci sono stati danni gravi” ha riferito James Gillies, portavoce del Cern di Ginevra. “La nostra rete di sicurezza è strutturata a più livelli, e nessuno li ha violati.”
Dello stesso avviso anche i due responsabili dell’esperimento Atlas, che si è mosso in parallelo al CMS, ovvero gli italiani Fabiola Gianotti e Guido Tonelli.
“I sistemi di protezione hanno funzionato” sostiene quest’ultimo, “impedendo che gli hacker arrivassero a parti vitali delle nostre macchine”.
“Abbiamo comunque alzato il livello di protezione del sistema” tiene a precisare Fabiola Gianotti, “in modo da impedire altri attacchi del genere”.

Mozilla: Firefox 3.1 naviga in privato!

Oltre al rinnovato motore JavaScript più veloce, Firefox 3.1 sarà dotato di un nuovo sistema di navigazione sicuro. Mozilla si adegua finalmente alla modalità privata, già presente su Safari di Apple e Google Chrome.

Da molti anni, il browser Apple, Safari, possiede una modalità, denominata Private Browsing, mentre più recentemente Google Chrome ha attivato una funzione, chiamata Incognito. Per quanto riguarda Internet Explorer 8, Microsoft sta lavorando alla nota modalità InPrivate, ma il grande assente rimane Firefox. Mozilla aveva previsto inizialmente una modalità di navigazione privata per Firefox 3.0, ma per mancanza di tempo durante lo sviluppo, tale opzione è stata rimandata.

Firefox 3.0

Tuttavia, la prossima versione Firefox 3.1, attesa per la fine del 2008, dovrebbe esserne provvista. Secondo quanto rilasciato dagli sviluppatori, il futuro browser conserverà in memoria l'insieme dei cookies, durante una sessione di navigazione internet, che saranno cancellati alla chiusura dell'applicazione. I siti visitati non saranno registrati dal browser, di conseguenza i link cliccati non saranno segnalati con il tipico colore viola. Quando l'utente inizierà una sessione privata, gli strumenti per la protezione delle password o per il riempimento automatico dei form saranno disattivati. Alla chiusura di Firefox 3.1, tutti i download in corso saranno interrotti e tutti i link privati saranno cancellati.

Dunque, secondo i team di Mozilla, Apple, Google e Microsoft, i browser di domani saranno estremamente veloci grazie alle qualità prestazionali del proprio motore JavaScript e alla modalità privata. Se siete interessati a maggiori dettagli su Forefox 3.1, vi consigliamo di consultare la pagina wiki degli sviluppatori.

mercoledì 16 luglio 2008

RIM tiene duro, Bold ha più carattere dell'iPhone

Research In Motion, l'azienda statunitense che si nasconde dietro al successo del BlackBerry, supererà senza problemi la recente congiuntura economica. Ne è convinto Jim Balsillie, CEO dell'azienda, che durante l'ultimo incontro con gli azionisti ha spiegato i prossimi progetti di espansione del Gruppo. Non soddisfatti della presenza in ben 140 paesi, vi saranno ulteriori sviluppo in Russia, Ameria Latina, Cina e Sudest Asiatico.

"Non siamo certamente a corto di opportunità", ha dichiarato Balsillie. "Siamo in prima posizione, una posizione che ci ha fatto guadagnare e meritare ciò che abbiamo". Gli analisti, negli ultimi tempi, hanno espresso dubbi infatti sul futuro del colosso statunitense: la crescente competizione nel segmento smartphone e il periodo nero dell'economia statunitense potrebbero incidere fortemente sulle azioni – cosa per altro già concretizzatasi con un recente calo del 25%.

La strategia futura comunque è chiara, poiché si parla già di nuovi modelli e applicazioni; senza contare l'incremento degli investimenti nel dipartimento di Ricerca & Sviluppo. L'obiettivo è di conquistare quote di mercato in ambito consumer, puntando su funzioni multimediali e una campagna il cui claim è " BlackBerry for life".

Si inizierà quest'estate con il BlackBerry Bold, un modello 3G che cercherà di rispondere al successo dell'iPhone.

iPhone 3G, il firmware 2.0 5A347 per eliminare il display giallo

Nonostante non sia passata nemmeno una settimana dal lancio commerciale del nuovo iPhone 3G, è già disponibile il primo aggiornamento software.
I primi possessori di iPhone 3G hanno infatti scoperto l'esistenza di un nuovo firmware che, oltre risolvere alcuni bug, dovrebbe apportare una calibrazione del colore diversa rispetto a quella presente inizialmente, correggendo così l’effetto giallognolo rilevato sul display touchscreen dell'iPhone 3G.

Apple iPhone 3G
Apple iPhone 3G

Tutti gli iPhone 3G in commercio hanno la versione firmware 2.0 5A345, ma sul telefonino di Cupertino è già possibile installare la più recente 2.0 5A347.
Va detto che iTunes non segnala la disponibilità di questo aggiornamento, di conseguenza per aggiornare il proprio iPhone 3G bisognerà collegare il telefono a iTunes ed effettuare il “Ripristina” (prima di fare il ripristina è bene fare il backup, altrimenti andranno persi tutti i dati).

martedì 15 luglio 2008

IPv6, la rete GARR è pronta

L'invito del commissario europeo alle telecomunicazioni Viviane Reding non è caduto nel vuoto. Un mese fa la Commissione aveva richiamato l'attenzione sul problema degli indirizzi IP, ormai prossimi all'esaurimento: l'unica soluzione possibile è il passaggio dall'attuale IPv4 al nuovo e più moderno IPv6. Un passaggio che, tuttavia, negli ultimi anni ha stentato a prendere abbrivo, e che dunque va imposto con una decisa sterzata. Dall'Italia risponde il Consortium GARR, che alla UE fa sapere: siamo già pronti.

Già dal 2002, spiega l'associazione che fornisce connettività di rete a banda larga alle istituzioni accademiche e di ricerca, grazie ad un progetto denominato 6net di cui GARR era responsabile per l'Italia, la rete del consorzio ha iniziato a sperimentare l'applicazione del nuovo protocollo. Al termine del progetto, termine che risale al giugno del 2005, GARR ha poi provveduto ad implementare gradualmente IPv6 nella infrastruttura di produzione della sua rete, che ad oggi risulta double-stack, vale a dire in grado di offrire a chiunque vi sia collegato tutti i servizi sia in modalità IPv4 che IPv6.

Secondo GARR, i vantaggi di quest'ultimo protocollo sono evidenti. Oltre ad un più ampio spazio di indirizzamento, che garantisce fino a 2 alla 128ma combinazioni disponibili e che risolve in modo pressoché definitivo il problema presentato da IPv4, ci sono quelli offerti dalla possibilità di collegarsi sempre con lo stesso IP in rete conservando le proprie credenziali, nonché un layer di sicurezza inserito di default nel protocollo che garantisce la comunicazione affidabile e riservata via rete.
Ma i vantaggi di IPv6 si allargano anche alle applicazioni multimediali, che ai tempi della formulazione di IPv4 non erano neppure ipotizzabili, senza contare la maggiore flessibilità che il protocollo garantisce per i possibili sviluppi futuri. GARR cita ad esempio intere reti cittadine di illuminazione pubblica controllabili attraverso Internet, o più ristrette ma altrettanto capillari reti domestiche che consentirebbero di controllare dalla lampadina ad ogni singolo elettrodomestico. Possibilità che "dovrebbero fungere da catalizzatore" per le imprese per spingerle "sulla strada dell'innovazione" e condurre alla nascita della "prossima generazione di applicazioni Internet".

Le università, fanno sapere dal Consortium, hanno già avviato questo tipo di sperimentazione sulle proprie reti LAN e WAN: IPv6 non va vista come una soluzione in discontinuità con IPv4, bensì come una scelta da sviluppare in parallelo per "determinare alcuni cambiamenti nelle modalità con cui finora sono state gestite e pianificate le reti, soprattutto nel settore della sicurezza". L'invito è quello di sfruttare questi due anni per familiarizzare con le novità, così da non arrivare impreparati al cambiamento ed essere anzi pronti ad approfittare di tutti i vantaggi offerti da IPv6.

notizia presa da www.punto-informatico.it

MobileMe, appena arrivato e già in affanno

Mentre cresce la soddisfazione a Cupertino per i considerevoli volumi di vendita del nuovo iPhone 3G e il successo dell'AppStore, tecnici e sviluppatori di Apple sono ormai impegnati da giorni nell'affinare MobileMe il servizio "cloud" che ha da poco sostituito la precedente funzione .Mac. Nonostante una dettagliata pianificazione, corredata da note informative puntuali agli utenti di .Mac, la transizione tra il vecchio sistema e il nuovo si è dimostrata molto più difficile del previsto, comportando numerosi disservizi - spesso non ancora risolti - per gli abbonati ai servizi Apple.

Concepito per fornire il massimo della sincronizzazione tra il proprio Mac, o PC, e il nuovo iPhone 3G, MobileMe è stato lanciato negli ultimi giorni della scorsa settimana sia per i nuovi clienti che per gli abbonati al precedente servizio .Mac. L'aggiornamento per questi ultimi al nuovo sistema "cloud" si è rivelato particolarmente macchinoso e in numerosi casi inconcludente. Dopo una fase di blackout durata anche 36 ore, periodo di tempo in cui gli utenti non hanno potuto usufruire delle tradizionali funzioni fornite da .Mac posta elettronica compresa, Apple ha iniziato a rilasciare a macchia di leopardo i nuovi servizi di MobileMe, generando così molta confusione tra gli utenti, che per intere giornate si sono confrontati online sul forum ufficiale di Cupertino.

Il passaggio da .Mac a MobileMe prevede, infatti, l'istallazione di un aggiornamento per i possessori di un computer Mac. L'update provvede a modificare gli account dal vecchio sistema al nuovo, introducendo negli applicativi coinvolti, tra cui Mail e iLife, le nuove funzionalità legate al servizio "cloud". A poche ore dal suo rilascio, Apple ha inspiegabilmente ritirato l'aggiornamento lasciando nella totale incertezza i numerosi abbonati all'ormai storico .Mac, che si sono confrontati a lungo sul forum ufficiale. Dopo numerose ore, la società di Cupertino ha infine rilasciato una nuova versione (da 1.0 a 1.1) dell'aggiornamento a MobileMe, consentendo nuovamente ai vecchi utenti la migrazione verso il nuovo sistema. Transizione che ha comunque riservato non poche sorprese.

Fino ad ora, infatti, la maggior parte degli utenti lamenta una forte lentezza dell'intero sistema sia nelle funzioni base come la posta elettronica, che in quelle più elaborate come la sincronizzazione dei calendari e delle gallerie fotografiche. La funzione di iDisk, il vero tallone di Achille della precedente versione .Mac, continua a funzionare a sprazzi con tempi di attesa particolarmente lunghi anche per l'upload di un solo file dal peso di pochi kb. Una prestazione nel suo complesso deludente e lontana dal sistema rapido e reattivo presentato appena un mese fa nel corso del WWDC.

MobileMe non supporta, inoltre, i browser più datati, richiedendo agli utenti Windows di passare almeno alla versione 7 di IE o alle edizioni superiori alla 1.5 per Firefox. Un dettaglio non indifferente, specie per chi lavora sui terminali aziendali in cui è impossibile procedere autonomamente a un upgrade di un applicativo importante come il browser. Anche la promessa compatibilità tra Windows XP e Vista con iDisk sembra non essere ancora pienamente operativa. Numerosi utenti lamentano l'impossibilità di predisporre il sistema operativo per riconoscere lo spazio di storage online di Apple, nonostante sia proprio la società di Cupertino a consigliarne l'utilizzo attraverso le pagine del suo sito di supporto.

Esasperati dai malfunzionamenti degli ultimi giorni, per un servizio in abbonamento da 99 dollari l'anno, numerosi utenti hanno dichiarato l'intenzione di chiedere un risarcimento ad Apple per le giornate in cui né .Mac né MobileMe hanno funzionato correttamente, nonostante l'impegno preso da Cupertino nei confronti dei suoi consumatori. Mentre sui forum ci si interroga sull'opportunità di rilasciare rapidamente un servizio lacunoso e in evidente affanno, ben distante da quanto promesso in precedenza, la situazione inizia lentamente a stabilizzarsi. Occorreranno probabilmente ancora alcuni giorni prima che MobileMe possa essere pienamente operativo, ma intanto lo scontento tra gli utenti aumenta.

Criticata la batteria dell'iPhone 3G: è davvero peggiorata?

Una delle prime critiche mosse al nuovo iPhone 3G di Apple, una che si è potuto toccarlo realmente con mano, è quella che riguarda la durata della batteria. Nonostante infatti essa utilizzi una tecnologia diversa ed innovativa rispetto alla versione 2G , come anche affermata già in fase di presentazione dalla stessa Apple, la batteria per il dispositivo UMTS ha prestazioni ben lontane dalla versione EDGE. Alla base di questo vi è l'innegabile fatto che l'UMTS di per se, soprattutto a causa dei numerosi passaggi 2G-3G e gli algoritmi di INTER-RAT ad esso associati, provocano un cospicuo aumento nei consumi di corrente, risultando dunque in un ridotto tempo di autonomia della batteria. PC World ha provato a mettere a confronto queste prestazioni con gli altri maggiori protagonisti della telefonia nel mercato americano.
iPhone 3g live
iPhone 3g live
Così si è visto che il nuovo iPhone 3G su rete AT&T ha un tempo di autonomia in conversazione di circa 5 ore e mezza be lontano dalle quasi 10 ore della versione EDGE; se il cambiamento può apparire critico, in realtà ci si rende ben presto conto che le prestazioni del nuovo iPhone sono assolutamente in linea con quelle di tutti i maggiori competitor nel segmento degli smartphone, se non migliori. Superiori di certo rispetto alle 5 ore e 18 minuti del HTC Touch Dual, alle 4 ore e 47 minuti del Pantech Duo, le 4 ore e 43 minuti del Motorola Q9.
Lo stesso campione di incassi, Nokia N95 , su rete AT&T raggiunge un tempo di talk time di sole 3 e 43 minuti.

iPhone 3G: la sicurezza preoccupa

Attenti ai malware sull'iPhone 3G . E' questo l'allarme lanciato dagli esperti di sicurezza di Trend Micro. “Gli utenti dell'iPhone presto si troveranno difronte a serie minacce di sicurezza se l'intera piattaforma del dispositivo non verrà migliorata”, si legge nel report “Trend Micro Threat Roundup and Forecast 1H 2008”.

“Grazie alle tante opzioni di connettività offerte dell'iPhone 3G molti utenti saranno più stimolati ad utilizzare siti per gli acquisti online e ad accedere a servizi di banking. Visto che la piattaforma dell'iPhone 2.0 è poco sicura, i dati di carte di credito potrebbero essere facilmente rubati”, hanno dichiarato gli esperti.

iPhone Hack
iPhone Hack

Come risolvere questo problema? Al momento non esistono vere e proprie soluzioni anti-spam o anti-spyware per l'iPhone ma gli sviluppatori Apple stanno già lavorando da tempo per migliorare l'affidabilità della piattaforma del loro gioiellino mobile.

Centrino 2, Intel firma la nuova rivoluzione dei notebook


In attesa dei risultati finanziari, che saranno resi pubblici nella notte tra il 15 e il 16 luglio, con qualche settimana di ritardo rispetto ai piani preventivati, Intel ha tolto i veli sulla nuova piattaforma per portatili Centrino 2, fino ad ora conosciuta con il nome in codice Montevina. Qualche ritardo dovuto all'approvazione di driver per il comparto video, che, secondo fonti Intel ufficiali, non comporterà a sua volta uno slittamento dei principali produttori di notebook basati sulla grafica integrata di Intel a metà agosto, come alcuni rumors in Rete avevano indicato ieri. È vero che il grosso quantitativo di notebook arriverà sugli scaffali tra agosto e settembre, nel cosiddetto periodo del back to school, mentre entro fine luglio si inizierà solo a vedere qualche esemplare di riferimento per alcuni produttori. Un ritardo che sembra però non preoccupare più di tanto Intel, che potrebbe aver regalato del tempo prezioso all'avversario di sempre, Amd, che proprio sulla grafica integrata potenziata nei portatili ha basato la sua proposta Puma, di cui vediamo i primi esemplari in commercio in questo periodo.
Intel ha ancora di più segmentato la piattaforma Centrino 2 in due offerte: consumer e business/professionale con Centrino 2 Vpro. Obiettivi da raggiungere sono una maggiore efficenza energetica, che permetta di aumentare la durata della batteria ma anche di far progettare notebook più sottili e leggeri, maggiore attenzione alla sicurezza, il tutto senza dimenticare l'aumento delle prestazioni, per ricreare l'esperienza di un pcdesktop anche su un notebook. L'idea è quella di poter garantire a un notebook a batteria almeno la durata di una riproduzione di un film su Blu-ray, il che richiede una notevole capacità di elaborazione dei componenti e di conseguenza della richiesta energetica.
Il lavoro fatto parte soprattutto da una ricerca nella diminuzione del consumo energetico, i nuovi processori Core 2 Duo sono progettati anche per avere un Tdp (Thermal Design Power, che sta ad indicare il massimo consumo da dissipare nel progetto del notebook) fino 25 Watt rispetto ai 35 della generazione precedente. A questo si aggiunge l'utilizzo delle nuove memorie RAM DDR3, che permettono di risparmiare fino a un 25% nei confronti delle DDR2 utilizzate sui notebook attuali. Inoltre le maggiori perfomance permettono di completare le operazioni in minore tempo, in questo modo il notebook entra in uno stato "di riposo" in un tempo più breve, ed è proprio in questo stato che gli ingegneri di Intel sono intervenuti per portare il processore a consumare il meno possibile. In un esempio, mettendo a paragone tre piattaforme con processori Core 2 Duo, Pentium e Celeron, si è visto come eseguendo le stesse operazioni la prima faccia segnare un consumo di 799 milliwatt per ora, contro i 1330 della seconda e i 1730 della terza. E questo sarebbe un grosso passo avanti nel risparmio della batteria se solo fosse affiancato a una ricerca più spinta e a un'adozione più rapida di pannelli di nuova generazione sui monitor dei portatili, visto che il componente più oneroso in fatto di consumo è proprio lo schermo LCD, che pesa quasi un terzo nel computo totale.
La piattaforma Centrino 2 consente inoltre di avere prestazioni grafiche migliorate, oltre a garantire una riproduzione di contenuti in alta definizione, permette ai produttori di notebook di integrare una porta HDMI, che serve per collegare il portatile a un televisore LCD o plasma, avere prestazioni grafiche 3D più elevate rispetto al passato e permette un utilizzo ibrido in combinazione con un chip video di terze parti come quelle di Ati o Nvidia, in sostanza il sistema si occupa di attivare o meno il chip esterno, più performante ma che consuma più energia, solo quando realmente necessario a seconda delle operazioni svolte, permettendo così di preservare la durata della batteria.
Nel chipset sono state anche introdotte alcune funzionalità interessanti dal punto di vista business, che Intel racchiude nel logo Centrino 2 Vpro, una sigla non del tutto nuova visto che Vpro era già stato lanciato in ambito desktop e denota le caratteristiche peculiari di un prodotto in grado per esempio di essere gestito da remoto, con tecnologie quali Active Mangement Technology. AMT è una soluzione molto utile nei dipartimenti IT delle grandi società che permette per esempio di gestire il notebook da remoto e di intervenire anche quando è spento, ma collegato alla rete elettrica, avviando il sistema operativo, gestendo solo la parte bios, risvegliando il sistema da stati di sospensione. Per far questo è stato migliorato anche il modulo di rete, sia cablata che WiFi, e nella proposta di Intel ai produttori non manca nemmeno un modulo che integra oltre al WiFi, nell'ultima release pre standard 802.11n anche il WiMax, di cui ricordiamo Intel è un strenu a sostenitrice. Nella piattaforma c'è anche spazio per la Turbo Memory, particolare memoria flash che dovrebbe aumentare le prestazioni del sistema ma oltre che aumentare il costo di produzione del notebook non comporta incrementi significativi che ne giustifichino il prezzo, dal momento che Vista non è in grado di sfruttarlo a dovere. Altro è l'attesa per i dischi SSD (Solid State Drive) al posto dei dischi tradizionli che Intel, uno dei maggiori produttori di chip NAND, spingerà a partire dalla fine dell'anno, il che potrebbe portare a una piccola rivoluzione nel campo della produzione di notebook.
I principali produttori sono pronti con il proprio lineup schierato al lancio, Acer, HP, Dell, Samsung, Lenovo, Fujitsu Siemens e Toshiba per citare i più famosi riveleranno nelle prossime ore, se già non l'hanno fatto i nuovi modelli basati su Centrino 2.

Seagate, un Barracuda da 1,5 Terabyte

La guerra dei Gbyte sugli Hard disk è ormai dei TeraByte. Seagate toglie i veli a un Barracuda da 1,5 Terabyte. Si tratta del primo disco fisso al mondo con una simile capacità, per battere Hitachi, che invece accelera su prodotti silenziosi e consumi ridotti. Secondo The Inquirer, i nuovi dischi fissi Barracuda 7200.11 di Seagate inaugurano la "11a generazione pensata per utenti che hanno l’hobby degli scaricamenti dalla rete". 2E’ un modello a 4 piatti con una velocità di trasferimento dichiarata di 120MBps. Ci sono versioni con cache da 16 e 32MB tutte e due in vendita con le versioni di minore capacità dal prossimo mese di agosto, almeno negli USA".

I modelli da 2,5 pollici dovrebbero essere commercializzati nell’ultimo trimestre. Al momento non sono stati resi noti i prezzi.

lunedì 14 luglio 2008

The Pirate Bay: cifreremo Internet

Soluzione definitiva ai problemi della privacy in rete o ennesimo sogno interrotto dei sempre troppo indaffarati owner della Baia del P2P? Fa discutere il progetto di cifratura definitiva di tutte le comunicazioni telematiche proposto da The Pirate Bay, codificato nella dicitura Transparent end-to-end encryption for the internets, IPTREE in breve. Un progetto lanciato proprio nel periodo in cui i governi adottano programmi di sorveglianza distribuita dalle dimensioni mai viste prima.

Fredrik "TiAMO" Neij, uno dei tre fondatori di TPB, presenta la bozza tecnica del sistema appunto come il tentativo di neutralizzare alla base questo genere di iniziative. Come? Spostando l'integrazione degli algoritmi di cifratura dalle applicazioni a livello dei protocolli di rete.

IPTREE dovrebbe prendere la forma di un componente o un driver di rete sostitutivo per il sistema operativo, sia esso Windows, Mac OS o Linux, capace di automatizzare le operazioni di codifica e decodifica dei flussi di informazioni. Le chiavi di cifratura generate al volo per la sessione verrebbero scambiate prima dell'effettivo invio dei dati: essendo il tutto gestito a basso livello non occorrerebbe che le applicazioni fossero compatibili o anche solo consapevoli di quello che succede durante il trasferimento.

IPTREE è pensato per essere un meccanismo flessibile e intelligente, capace, all'occorrenza, di autoescludersi qualora il server remoto non lo supportasse e di passare al volo alla comunicazione "in chiaro". Ma soprattutto IPTREE vorrebbe diventare, negli obiettivi di TiAMO e degli altri,
un sistema standard per mettere al riparo le comunicazioni online da spioni di stato e altri malintenzionati assortiti.

"Il codice dimostrativo sarà presto disponibile per Windows e Linux", promette Neji, che ammette implicitamente come IPTREE sia ancora nella sua fase embrionale e come sia tanto il lavoro che rimane da fare, soprattutto per rendere l'architettura scalabile e disponibile in maniera adeguata alla sua implementazione da parte degli amministratori di server e sistemi remoti.

Non è ancora nato e già le perplessità sulla riuscita del nuovo progetto di TPB sono tante: prima di tutto va considerato l'inevitabile impatto sulle prestazioni, poi il fatto che già oggi gli strumenti di "sniffing" più sofisticato dei flussi telematici si basino più sui pattern comportamentali dello scambio di informazioni che sul loro contenuto. Contro quelle soluzioni specializzate nell'analisi delle abitudini di navigazione come l'apparentemente già fallita NeduAd, inoltre, un sistema come IPTREE che cifra il traffico ma non può nascondere la destinazione, non appare efficace fino in fondo.

Ma soprattutto va considerato che la cifratura delle informazioni, nei fatti, è già largamente usata su Internet in un numero crescente di applicazioni: è cifrato il traffico VoIP su Skype, è cifrato lo scambio di dati su eMule, l'e-banking avviene da tempo su canali protetti e via di questo passo. Una standardizzazione delle comunicazioni protette, almeno nel breve/medio periodo, non appare un'esigenza particolarmente sentita.

C'è infine l'incognita sulla capacità, per una Baia sempre più protagonista ma sempre meno in grado di concretizzare in tempi brevi le sue proposte, di far arrivare in porto IPTREE. Dopotutto di quel Video Bay di oltre un anno fa ancora non si vede l'ombra, così come latita la recentemente annunciata introduzione del layer di protezione SSL aggiuntivo al traffico del portale.

p.s: Notizia presa da www.punto-informatico.it

IE manda in tilt l'attivazione degli iPhone

Il lancio del nuovo iPhone 3G sembra essere stato più caotico del previsto, specialmente in alcuni paesi come Stati Uniti, Gran Bretagna e Canada, dove i sistemi di attivazione del dispositivo non hanno funzionato a dovere. Dopo un'attesa durata settimane, venerdì scorso lo smartphone di Apple è approdato in numerosi mercati, per la gioia dei fan in coda per aggiudicarsi uno dei primi dispositivi prodotti da Cupertino. Il lancio su larga scala ha però comportato uno sforzo organizzativo e di coordinazione molto pesante per Apple, che nonostante l'attenta pianificazione sembra essere fallito almeno in parte.

A causa di alcuni problemi tecnici legati alla registrazione dei singoli iPhone, procedura necessaria per attivare e rendere funzionanti i dispositivi, decine di migliaia di clienti hanno dovuto attendere numerose ore prima di poter oggettivamente utilizzare il tanto agognato smartphone. Un disguido tecnico non ha permesso il download da alcuni dei siti web internazionali di Apple della nuova versione di iTunes, appositamente studiata e sviluppata per attivare e gestire in maniera ottimale i nuovi iPhone 3G. L'impossibilità di ottenere l'ultima versione dell'applicativo ha così rallentato le procedure di registrazione e attivazione necessarie per rendere pienamente operativo lo smartphone. Ma le cose in Gran Bretagna sembrano essere andate ancora peggio.

Desiderosi di ottenere i primi esemplari del nuovo dispositivo, molti fan della mela hanno creato una lunga coda al di fuori di uno dei principali negozio del gestore telefonico O2, esclusivista britannico per l'iPhone, a Londra. Quella che doveva essere una semplice coda per acquistare il tanto desiderato cellulare touchscreen si è invece rivelata come un'eterna attesa, causata dal malfunzionamento dei sistemi di O2 per la registrazione dei contratti necessari per ottenere l'iPhone in abbonamento mensile. Il sistema in Rete della società telefonica richiede, infatti, l'utilizzo di Internet Explorer di Microsoft per la registrazione di un nuovo cellulare. Per ovviare all'inconveniente, e mantenere ben visibili i propri Mac al posto dei PC, Apple aveva approntato nel negozio di Regent Street a Londra alcuni software di virtualizzazione per utilizzare Internet Explorer sui suoi sistemi.

Nonostante la presenza dei due sistemi, Mac e Windows, il sistema di registrazione si bloccava dopo i primi passaggi, impedendo agli addetti di O2 di attivare i contratti e gli iPhone 3G. Stando alle informazioni fornite dal sito di informazione Macworld, il fenomeno si sarebbe verificato in numerosi negozi O2 della nazione, creando non poca delusione negli appassionati dello smartphone, impossibilitati ad acquistare il dispositivo per cui si erano messi in coda alcune ore prima.

Gli addetti di alcuni store di O2 non si sono dati per vinti e hanno iniziato una registrazione preliminare segnando con carta e penna codici dei telefoni e nominativi degli acquirenti, ma la procedura non sembra aver accorciato di molto i momenti di attesa. Verso la fine della prima giornata di commercializzazione dell'iPhone 3G i problemi sono progressivamente rientrati, consentendo acquisiti e procedure di registrazione più rapidi.

La decisione di rilasciare nella medesima giornata un alto numero di innovazioni, dal nuovo iTunes a MobileMe passando per la commercializzazione del nuovo iPhone, si è rivelata di difficile realizzazione per Apple, che ha dovuto affrontare non pochi problemi organizzativi. Mentre migliaia di clienti tentavano invano di registrare e attivare il loro iPhone, molti altri utenti della mela hanno avuto non pochi problemi con la transizione dal sistema ".Mac" alla nuova serie di funzioni "cloud" di MobileMe.

Nonostante l'alto numero di notizie fornite nel corso delle ultime settimane, a ridosso dell'attivazione del nuovo servizio le informazioni da parte di Apple sono state spesso lacunose e frammentarie. La sezione del Forum di Apple dedicata ai servizi MobileMe contiene già alcune migliaia di messaggi, inviati dagli utenti inquieti per il lungo periodo di down dei servizi di posta elettronica (in alcuni casi decine di ore) e disorientati dall'arrivo a macchia di leopardo del nuovo servizio "cloud". La transizione, per taluni non indolore, tra .Mac e MobileMe dovrebbe concludersi entro il 24 luglio.

Saldi on line, come evitare le truffe


E' tempo di saldi e sono ormai tanti i negozi in Rete che offrono prodotti a prezzi vantaggiosi. Cifre che spesso rappresentano dei veri e propri affari per i cyberconsumatori, ma che allo stesso tempo possono nascondere delusioni e raggiri. In questi giorni, ad es., il Centro per i Diritti del Cittadino (CODICI), Associazione dedita alla tutela dei diritti dei cittadini, ha pubblicato un utile vademecum per orientarsi nella giungla dei saldi on line; 10 regole d'oro (riportate integralmente a seguire) destinate a chi ama fare shopping su Internet e vuole approfittare dei prezzi ribassati offerti dai vari siti Web: 1) Usare un browser sicuro, ossia un programma di navigazione noto e aggiornare regolarmente antivirus, firewall e software di sicurezza;
2) Utilizzare password non facilmente crackabili da malintenzionati;
3) Controllare sempre la presenza del lucchetto sui siti web sicuri;
4) Dubitare di siti sconosciuti che promuovono sconti troppo allettanti: mentre si è alla ricerca di occasioni, il rischio di incappare in truffe è maggiore;
5) Prediligere il pc di casa: quello dell'ufficio potrebbe essere meno sicuro nel proteggere i dati delle carte di credito;
6) Controllare che il venditore oltre all’indirizzo di posta elettronica abbia anche una sede con un indirizzo reale e un numero di telefono a cui rivolgersi in caso di problemi legati all’acquisto del prodotto;
7) Prediligere l’uso di carte prepagate;
8) Verificare che sulla proposta di contratto siano presenti le informazioni sul diritto di recesso e sulle modalità per esercitarlo;
9) Ricordare che anche comprando on line da venditori italiani, per acquisti superiori alle 25,00 Euro (IVA INCLUSA), vale il diritto di recesso da esercitare entro sette giorni, a decorrere dalla data di consegna della merce o di sottoscrizione dell’ordine per beni immateriali;
10) Tenere ogni ricevuta ed esaminare ciascun pagamento.
Anche su eBay non mancano i saldi, e da una semplice ricerca per parola chiave compaiono oltre 1000 inserzioni che nel solo titolo richiamano il fatidico termine (v. immagine a seguire).
eBay Saldi
Borse, scarpe, orologi, telefonia, articoli per bricolage, fumettistica... si trovano saldi ovunque, secondo un'accezione fuori dal comune e che spesso si rivela un subdolo stratagemma per indurre in ignari acquirenti l'illusione dell'affare a portata di mouse. Cos'altro è bene sapere, quindi, per evitare raggiri? Aste on line o e-shops, ciò che noi di InterTraders suggeriamo a chi si affaccia in Rete in cerca dell'affare di fine stagione è di: - valutare con attenzione il contesto in cui si acquista la merce, in particolare se chi vende lo fa tramite portali d'aste (dove è frequente la presenza di merce contraffatta smerciabile a prezzi fortemente ribassati) o in maniera improvvisata (è il caso di siti web poco conosciuti, aperti da poco tempo e con informazioni sul venditore mancanti o incomplete); - prestare attenzione alle garanzie offerte dal venditore; la presenza di saldi, infatti, non preclude al consumatore la possibilità di avvalersi del diritto di recesso e delle garanzie di cui al D. Lgs. 6 settembre 2005, n. 206 (c.d. Codice del Consumo); - prestare attenzione ad eventuali limitazioni pretestuose poste dai venditori a chi acquista la merce in questione, in particolare: al rifiuto di accettare il pagamento con carta di credito o con PayPal, all'addebito di commissioni extra a vario titolo o di ingiustificate spese di gestione dell'ordine o di spedizione; - diffidare da chi pubblicizza saldi di fine stagione sulla merce più disparata; il D. Lgs. 31 marzo 1998, n. 114 al co.3 art. 15 stabilisce, infatti, che le vendite di fine stagione "riguardano i prodotti, di carattere stagionale o di moda, suscettibili di notevole deprezzamento se non vengono venduti entro un certo periodo di tempo". Le tante eccezioni presenti in Rete, pertanto, possono nascondere astuti tentativi di rivendere merce vecchia o difettata. - avvalersi, ove possibile, della cache dei motori di ricerca come Google per visualizzare le pagine più vecchie dell'e-shop che ci interessa e confrontare, quindi, il prezzo attuale della merce con quello precedente all'inizio dei saldi.

Microsoft ufficializza la nuova Xbox 360 da 60 GB

Come già vi avevamo preannunciato, Microsoft ha ufficialmente rivelato la nuova console Xbox 360 dotata di hard disk da 60 GB.

La console da 60 GB che sostituisce quella attuale da 20 GB, sarà disponibile nei negozi statunitensi e cadadesi dai primi di agosto a un prezzo di 349 dollari, lo stesso costo che aveva fino a oggi il modello da 20 GB. Microsoft conferma che l'attuale Xbox 360 Pro subirà il già previsto taglio di prezzi di 50 dollari, sarà quindi disponibile sugli scaffali a un costo di 299 dollari, e resterà in commercio fino a esaurimento scorte.

Non si può parlare di una riduzione di prezzo vera e propria per Xbox 360 in America perchè il calo di 50 dollari non riguarderà le versioni Core ed Elite e, una volta esaurite le scorte di Xbox 360 da 20 GB, negli Stati Uniti torneranno a essere disponibili le consuete tre differenti versioni: Core, Pro da 60 GB ed Elite, ciascuna con l'identico prezzo odierno (l'unica differenza sarà, appunto, la nuova capienza del disco rigido nella versione Pro).

Che l'annuncio di Microsoft riguardi esclusivamente la maggiore capienza del disco rigido è confermato da Albert Penello, direttore della gestione prodotti Xbox, che ha detto: "Sappiamo che i consumatori hanno bisogno di più spazio per archiviare gli incredibili contenuti digitali che Xbox 360 offre, stiamo dando loro questà possibilità senza nessun costo aggiuntivo", Penello ha poi proseguito su questo punto, "nessun dispositivo offre la profondità e la larghezza d'intrattenimento che Xbox 360 garatisce, e ora si avrà una capacità di archiviazione tripla per gestire tutti i grandi contenuti offerti".

Non è ancora dato di sapere se o quando, il nuovo modello di Xbox 360, sarà disiponibile anche sul mercato europeo, ma ulteriori informazioni potrebbero essere fornite questa sera durante la conferenza Microsoft al E3 Media & Business Summit 2008, sulla quale sarete puntualmente informati attraverso le pagine di GameStar.

venerdì 27 giugno 2008

Ubuntu sta nel palmo di una mano

Dopo aver conquistato i desktop Linux di fascia consumer, Ubuntu ambisce ora a diventare il sistema operativo di riferimento per i MID (Mobile Internet Device), un termine coniato da Intel per identificare una nuova generazione di dispositivi mobili compatti, dotati di connettività Internet e funzionalità multimediali avanzate, a metà strada tra uno smartphone e un UMPC.

Ubuntu sta nel palmo di una manoNato dal progetto open source Ubuntu Mobile and Embedded, a cui ha partecipato anche Intel, la nuova Ubuntu MID Editionpieno supporto al Web 2.0 (AJAX, Flash, Java ecc.), che permette di utilizzare siti come YouTube, Facebook, MySpace e Dailymotion; con il supporto a WiFi, reti mobili 3G, Bluetooth, GPS e WiMAX; e con l'inclusione di tutto il software necessario per riprodurre video e musica, vedere e organizzare foto, gestire cam, sintonizzatori TV e mappe per la navigazione satellitare.

Il browser web si basa sul motore open source Mozilla Gecko, lo stesso alla base di Firefox, ed è ottimizzato per la visualizzazione delle pagine web su dispositivi con schermi tra i 4 e i 7 pollici di diagonale. L'infrastruttura multimediale poggia invece su Moblin Media, uno dei componenti della piattaforma mobile open source Moblin, sponsorizzata da Intel.

Oltre che di browser e player multimediale, la mini distribuzione sponsorizzata da Canonical è corredata di programmi per le email, la messaggistica istantanea, il VoIP, il divertimento (giochi 2D e 3D) e l'organizzazione di impegni, appuntamenti e contatti. Trattandosi di Linux, l'utente sarà inoltre libero di installare un gran numero di applicazioni aggiuntive, sia manualmente che avvalendosi del gestore di pacchetti integrato. Gli sviluppatori tengono a sottolineare che tutte le applicazioni utilizzate da Ubuntu MID sono open source e liberamente ridistribuibili.

deriva dall'edizione desktop di Ubuntu, con cui condivide il numero di versione 8.04. Questa nuova distro promette "Internet e multimedia senza compromessi". Come? Con il



Come ci si può aspettare da un sistema operativo mobile, Ubuntu MID supporta i display sensibili al tocco, ed è ottimizzato per l'uso delle dita: l'interfaccia, basata su GNOME, supporta le gestures e lo scrolling inerziale "alla iPhone", ma per il momento snobba il multi-touch.

Attualmente Ubuntu MID è in grado di girare su due soli dispositivi: il Samsung Q1, basato sull'attuale piattaforma Intel McCaslin, e la stazione di sviluppo Intel Crown Beach, basata invece sulla futura piattaforma Intel Menlow. McCaslin è anche nota come Ultra Mobile Platform 2007, ed è una piattaforma per UMPC che utilizza i processori A100 e A110 di Intel. Menlow rappresenta il successore di McCaslin, ed utilizzerà i neonati processori Atom. Chi non dispone di questi dispositivi può scaricare Ubuntu MID nel formato immagine KVM, che ne consente l'utilizzo su di un PC Linux all'interno di una macchina virtuale.



Sebbene Ubuntu MID possa essere installata, in taluni casi e sui device compatibili, anche dagli utenti finali, il suo principale target è rappresentato dai produttori di hardware, che potranno integrarla sui propri MID e UMPC personalizzandone ogni aspetto. Canonical ha già messo a disposizione di queste aziende due team di ingegneri, uno con base a Lexington, in USA, ed uno ovviamente a Taiwan, dove si concentra il più elevato numero di produttori di PC ultramobili.

Canonical ha invitato gli sviluppatori a modificare le applicazioni che girano su Ubuntu Desktop per adattarle a Ubuntu MID: il lavoro di porting, secondo la società inglese, è generalmente di modesta entità, e riguarda soprattutto l'ottimizzazione dell'interfaccia per i piccoli display e l'aggiunta del supporto touchscreen.

L'aggiornamento di Ubuntu MID seguirà lo stesso ciclo semestrale della versione desktop: la prossima release sarà dunque la 8.10, e verrà rilasciata il prossimo ottobre.

Apple: iPhone ci costa 100 euro!

Nonostante l'iPhone 3G sarà venduto in Italia a 499 euro e 569 euro, il costo di produzione dell'ultimo smartphone Apple è di circa 100 euro, o 173 dollari. Margini di guadagno elevatissimi per l'azienda di Cupertino.

Secondo un recente studio condotto da iSuppli, iPhone 3G sarà il prodotto più vantaggioso per l'azienda di Cupertino, malgrado il suo costo sia dimezzato rispetto alla versione precedente. Aiutato dall'impiego di componenti più economici, i margini di guadagno per il nuovo smartphone Apple superano il 50% superiori ai massimi profitti Apple, realizzati con i noti lettori multimediali, iPod. Secondo i dati rilasciati, infatti, i prodotti Apple, iPod e iPhone, sono valutati circa il 50% in più rispetto al loro costo di produzione.

Apple iPhone 3G

Come ricorderete, il nuovo iPhone 3G sarà commercializzato in America al prezzo di 199 dollari, ma Apple realizzerà un incasso più alto. Per l'azienda di Cupertino la spesa netta sarà di circa 173 dollari, rispetto ai 265 dollari della versione precedente, venduta pero' a circa 500 dollari in America. Dopo una prima fase, Apple pero' era riuscita ad abbattere i costi di produzione a circa 226 dollari, anche se il costo netto rimaneva ancora troppo elevato.

Per 173 dollari, invece, il nuovo iPhone è significativamente meno costoso in produzione del modello di prima generazione, malgrado sia fornito di features e connettività all'avanguardia. Lo studio di iSuppli. comunque, non considera le spese per lo sviluppo software , il trasporto, la distribuzione e la fase di confezionamento. Jagdish Rebello, uno dei principali analisti di iSuppli, ha assicurato che la società ha in programma di disassemblare un iPhone 3G, per valutare i costi reali dei componenti.

Quell'irruento e irascibile Ballmer l'uomo che ora guida la Microsoft

Quell'irruento e irascibile Ballmer l'uomo che ora guida la MicrosoftCLASSE '56, nato a Farmington Hills, nello stato del Michigan, laureato ad Harvard con un master alla Università di Stanford in amministrazione aziendale. Sono i primi dati indentificativi di Steve Ballmer, il nuovo padre-padrone del gigante Microsoft, ovvero del successore a William Henry Gates III, al secolo Bill Gates.

Un'amicizia, quella fra Gates e Ballmer, che comincia al college dove quest'ultimo è manager della squadra di football e si impegna nel giornale universitario "Harvard Crimson". Nel 1977 ottiene la laurea in matematica ed economia.

I VIDEO

I due anni successivi li passa lavorando per Procter & Gamble, dove conosce Jeffrey R. Immelt, l'attuale amministratore delegato di General Electric, una delle più importanti multinazionali americane specializzate in tecnologie e servizi. L'11 giugno 1980 entra in Microsoft col compito di coordinare alcune divisioni, fra cui quella per lo sviluppo del sistema operativo e quella delle vendite.

Vent'anni dopo, nel 2000, è nominato amministratore delegato della Microsoft. In quell'occasione Bill Gates si preoccupa di mantenere il controllo esclusivamente sulla cosiddetta "visione tecnologica". L'era Gates sta per tramontare, ma ci vorranno ancora otto anni perché Ballmer possa vedere il suo nome sulla porta dell'ufficio che per oltre trent'anni è stata del fondatore di Microsoft.

Il "cattivo ragazzo" si fa strada. Il "Bad boy" di casa Microsoft - così lo definisce la biografia non autorizzata su Ballmer uscita nel 2003 per mano di Fredric Alan Maxwell - si fa notare dalla pubblica opinione da subito. Per i suoi modi irruenti, decisi, per nulla diplomatici. Con quella sua aria da venditore porta a porta che incita gli impiegati a mettercela tutta, a non demordere mai. Come se non bastasse essere i numeri uno fra le software house mondiali.

La diffusione di sistemi operativi Microsoft che sfiora il 90% mondiale non è sufficiente. Quel 10% sembra impensierire, e anzi, fa andare su tutte le furie il "cattivo ragazzo". L'avanzata di Apple lo preoccupa, la presenza di un altro sistema operativo alternativo aperto - GNU/Linux - gli manda letteralmente il sangue al cervello, tanto da fargli dichiarare pubblicamente nel 2001: "Linux è un cancro che aggredisce il senso della proprietà intellettuale d'ogni cosa che tocca.".

L'attuale numero uno di Microsoft ce ne ha per tutti. Lancia accuse "a ruota libera" di comunismo su chi ha intenzione di sovvertire quello che per lui è il principio sacrosanto dell'economia: l'importante è il fine, non i mezzi. E il fine è vendere il più possibile.

Si prende gioco di tutti, e tutti si prendono gioco di lui. Un esempio? L'exploit sul palcoscenico di una convention, dove arringa ai dipendenti Microsoft, saltellando da una parte all'altra per dieci minuti, in preda a un'eccitazione non comune, e di cui è stato diffuso online il video col titolo "La danza del ragazzo scimmia" (Dance Monkeyboy). Più di recente è stato bersaglio di un lancio di uova, da parte di uno studente ungherese, in occasione di una conferenza di Ballmer. Ma non basta. Taccia come "ridicolo" il nuovo gioiello di casa Apple, l'iPhone, criticandolo per il prezzo esorbitante con cui è stato messo in commercio. E infine conduce personalmente un'estenuante braccio di ferro con Jerry Yang, fondatore e ad di Yahoo!, per l'acquisto del secondo motore di ricerca più importante al mondo. Ma qui, apparentemente, fallisce. Lascia il tavolo da gioco, ritira l'offerta, e punta su una partnership più soft che però non arriverà mai.

Detesta apertamente, attacca frontalmente. Fra gli incubi peggiori di Steve Ballmer un posto d'onore spetta a Eric Schmidt, amministratore di Google, e vecchia conoscenza di Microsoft, da quando Schmidt era prima a capo di Sun Microsystems e poi di Novell, principali concorrenti di Seattle. Tanto da arrivare agli insulti quando alcune voci si rincorrono circa a un possibile passaggio di un importante manager Microsoft verso Mountain View.

Questo è Steve Ballmer, padre svizzero e madre americana - cittadino onorario della città di Losanna, in Svizzera - tre figli, 52 anni compiuti lo scorso 24 marzo. Una sorta di Joseph McCarthy dei nostri tempi, che concepisce la vita come una lotta fra il bene il male, senza mezze misure, o sfumature. Che si scalda con la facilità di un cerino in un incendio. Che quando parla, urla. Per il quale il comunismo (si legga: Linux & Co) è il male supremo, da debellare. E pensare che il nonno vive a Minsk, in Bielorussia, dove Ballmer nel 2007 ha voluto fare una visita non ufficiale.

Al 44° posto fra i più ricchi al mondo. Nel 2007 Ballmer era al 31° posto nella classifica degli uomini più ricchi al mondo. Nel 2008 scende al 44°. A certificarlo è la rivista Forbes che ne stima il patrimonio in 15 miliardi di dollari. Una fortuna accumulata grazie alle stock option ricevute come dipendente Microsoft. E che appena ha potuto, nel 2003, ha incassato, ridisegnando successivamente il programma che gestiva l'assegnazione di azioni ai dipendenti del colosso di Seattle.

Ora, il cattivo ragazzo del software si trova finalmente al potere. Coi suoi pregi e suoi difetti, e un ultimo ostacolo: Bill Gates, l'unico che separa Ballmer dalla sua apparente mania di onnipotenza. Tanto che è lo stesso Ballmer a mettere subito le cose in chiaro in un'intervista recente al Wall Street Journal: "Non avrò bisogno di lui (di Bill Gates, ndr.) per niente. Questo è sicuro. Usarlo sì, aver bisogno di lui, no." Patti chiari - è il caso di dirlo - e amicizia lunga.

lunedì 23 giugno 2008

Eliminare pubblicità e altre cose inutili da Messenger

Per tutti gli appassionati di Windows Live Messenger ci sono a disposizione fantastici programmini che consentono di sfruttare al meglio le potenzialità del programma di messaggistica più famoso del mondo. Oggi parliamo di una di queste chicche, in particolare mi riferisco ad APatch grazie al quale possiamo personalizzare in modo estremo Windows Live Messenger, MSN messenger oltre che Yahoo Messenger. Ad esempio, siamo in grado di rimuovere le pubblicità, uno qualsiasi dei bottoni del menu mai utilizzati, eliminare opzioni per noi inutili, o addirittura aggiungerne altre nuove. La cosa interessante, al di la che la chicca sia in inglese e quindi poco comprensibile per chi non lo conosce, è che è disponibile in tempo reale l’ anteprima di modifica delle opzioni. Cosa vuol dire questo?

Semplice, quando spuntiamo un opzione il risultato viene immediatamente mostrato nell’anteprima del programma. Ovviamente fino a quando non si da la conferma la scelta rimane virtuale, ed in ogni caso il programma effettua un backup delle opzioni originali cosi che si può sempre ripristinare Messenger come allo stato iniziale.





Selezionare la lingua , purtroppo non è presente l’italiano.
Lasciare l’opzione d’installazione di Apatch e clicchiamo Next



















Prima di cliccare Apply, usciamo da Windows Live Messenger.
Automaticamente il programma rilancerà WLM con le modifiche apportate.

Sito ufficiale
Scarica Apatch

Fonte

domenica 22 giugno 2008

Buoni sconto gratuiti per risparmiare sui nostri acquisti online

Gli acquisti online sono diventati ormai alla portata di tutti, basta una semplice carta prepagata, un buon negozio online come il nostro partner Youbuy.it che propone sempre fantastici lastminute, e le possibilità di risparmio rispetto ai tradizionali negozi sono garantite. Sempre per rimanere in tema, mi sono imbattuto in un sito che consente di avere dei codici sconto gratuiti per i migliori negozi online

Il sistema è semplice, basta seguire i link del codice sconto fino a quando questo viene visualizzato. Facciamo i nostri acquisti sul negozio online desiderato, selezioniamo i prodotti da acquistare ed infine inseriamo il nostro codice promozionale al momento del pagamento. Le categorie a disposizione sono moltissime, possiamo usuffruire di buoni sconto in informatica, audio , fotografia, ottica, giochi, sport, abbigliamento, casa, giardino, idee regalo…



Sito buoni sconto


Fonte

mercoledì 18 giugno 2008

Eliminare il virus di Windows Live Messeger

Ultimamente ci stanno arrivando molte email di richieste di aiuto riguardanti uno dei tanti virus che si diffondono attraverso MSN messenger, ora chiamato Windows Live Messenger (WLM). La particolarità di questi virus consiste nel diffondersi sottoforma di invito, da parte dio contatti amici, a visitare un link di foto. Molti ricorderanno photo album.zip, preceduto dal messaggio hey man accept my new photo album, o ancora “le mie foto calde“, “myalbum.zip, fotos.zip“. Può succedere che noi, o qualcuno dei nostri contatti, cadiamo nel tranello pensando ad uno scherzo di un contatto amico e quindi clicchiamo su questi link finendo per diffondere l’infezione come un interminabile catena. Questi virus a volte non creano molti danni, ma sono più che altro una tortura psicologica per chi ogni tot minuti si ritrova a visualizzare sempre il solito fastidioso messaggio. Ora però passiamo al dunque! Poniamo che per ingenuità o distrazione siamo rimasti fregati da uno di questi “caldi” link, come eliminiamo il virus da messenger? La risposta consiste nell’utilizzare una chicca di nome MSNFix, un programma che in un paio di passaggi scansiona, intercetta ed elimina qualunque tipo di virus da Windows Live Messenger.





Ecco come si diffonde il virus, un semplice invito a visualizzare delle foto inesistenti
Doppio clic su MSNFix.bat, scriviamo I (italiano) e diamo invio.







Clicchiamo R e diamo invio per fare una scansione
Se viene rilevato un virus clicchiamo N per eliminarlo



MAGGIORI INFORMAZIONI




Sito Ufficiale







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Post preso dal sito www.chicchedicala.it

Costi, margini e disponibilità: ecco tutti i retroscena dell'avvento dell'iPhone 3G


Sul sito italiano della Apple campeggia un messaggio che informa come l'iPhone 3G arriverà l'11 luglio. La data è quella annunciata da Steve Jobs e vale per i 22 Paesi in cui l'oggetto del desiderio (oltre al nuovo software e relative nuove applicazioni) sarà reso disponibile al pubblico. Di più la casa della Mela non dice e anche i portavoce della società in Italia rimangono abbastanza abbottonati sulle modalità di vendita al dettaglio del nuovo melafonino, limitandosi a confermare che la distribuzione sarà tramite operatori e che è già possibile "prenotare" il prodotto in alcuni loro punti vendita e on line.

Via alle prenotazioni in Italia. Ma poche le certezze per gli utenti
In realtà, la possibilità di mettere da subito le mani sullo smartphone della Mela si annuncia tutt'altro che certa e, lo dicono gli stessi utenti, soprattutto per chi ha in questo momento all'attivo un contratto di tipo business con il proprio gestore mobile. Prendiamo l'annuncio di Vodafone, che ha già allestito un sito dedicato per informare i suoi clienti: la compagnia telefonica ha fissato i prezzi di vendita on line dell'iPhone - 499 e 569 euro per le versioni da 8 e 16 GByte di memoria interna rispettivamente – per chi opterà per una scheda ricaricabile (il telefono si compra cioè privo di vincoli contrattuali e di Sim Lock ma si deve "attivare" con un numero dell'operatore) mentre per la clientela aziendale (con Partita Iva) il dettaglio dei piani tariffari verrà comunicato più avanti. Il claim di Vodafone conferma che per la clientela business l'abbinamento a piani tariffari in abbonamento (iPhone Vodafone Facile) porterà ad una sensibile riduzione del costo del dispositivo e includerà un'ampia offerta relativa al traffico dati. Ma gli utenti (business) si chiedono: chi ha già in essere un contratto per il traffico dati come verrà incentivato a comprare l'iPhone sottoscrivendo il piano di 24 mesi ad esso associato? E il terminale sarà effettivamente disponibile dall'11 luglio o la priorità di consegna (in termini di disponibilità a scaffale) verrà data a chi è pronto a sborsare 500 e passa euro per portarselo a casa e utilizzarlo con una carta ricaricabile? Dubbi più che leciti a cui non risponde neppure l'altro operatore che ha scommesso sulla nuova creatura di Apple. Telecom Italia Mobile ha confermato infatti che commercializzerà l'iPhone 3G per i clienti prepagati e quelli in abbonamento in base alle esigenze di utilizzo dei clienti e come Vodafone ha creato un sito al momento ancora non attivo) da cui prenotare il terminale direttamente via Web. Da dopodomani scatterà la campagna di promozione anche dei negozi Tim autorizzati (a cui oggi è fatto divieto di utilizzare del marchio Apple e delle immagini del telefono) ma intanto c'è già chi si è mosso senza badare a spese (UniEuro, con una massiccia compagna pubblicitaria sui principali quotidiani nazionali) per propagandarne la prenotazione presso i propri punti vendita e (a breve) direttamente sul proprio sito. Di prezzi, in questo caso, però non si parla e agli utenti rimane la scelta di fidarsi della promessa di effettiva pronta consegna del telefono. L'11 di luglio.

Si ripeterà il fenomeno "unlocked"? La scommessa di T-Mobile
A tre settimane dal debutto del nuovo iPhone in Italia, sui blog e sui siti specializzati in materia (fra questi il sito http://www.iphone.it/index.html) uno dei temi più trattati rimane quello del prezzo. Che non è alla portata di tutti ma allineato a quello degli smartphone di fascia alta delle varie Nokia, Samsung e via dicendo. Chi, fra gli appassionati italiani dei prodotti della Mela, aveva ipotizzato una vacanza negli Stati Uniti per mettere le mani sul melafonino spendendo 199 o 299 dollari deve ricredersi: il nuovo cellulare verrà venduto negli Stati Uniti, anche nei negozi Apple, solo a fronte della sottoscrizione di un contratto di 24 mesi con At&t e questo blinda (almeno inizialmente) i tentativi di chi, come successo con il vecchio modello, si era comprato l'iPhone in un Apple Store ed era tornato in Italia per effettuare lo sblocco necessario all'utilizzo del terminale sulle reti degli operatori locali. Gli esperti in materia assicurano che presto saranno disponibili sistemi di sblocco anche per l'iPhone 3G ma questo non risolve il problema a monte. O meglio: trovare l'iPhone già sbloccato e con il software in lingua italiana è possibile (sul sito http://www.phoneandphone.it/ per esempio) ma per averlo bisogna spendere 499 o 649 euro.
Ieri, intanto, è arrivata la notizia ufficiale dei listini che applicherà in Germania T-Mobile. La divisione cellulari di Deutsche Telekom venderà il nuovo iPhone a partire da un solo euro per la versione da 8 Gigabyte e a 19,95 euro per quella con doppia capacità di memoria. Il tutto sottoscrivendo un contratto mensile per due anni da 69 euro per usufruire di un determinato pacchetto di servizi di traffico voce e dati. Perchè questa scommessa al ribasso da parte del primo operatore mobile tedesco? Perché come nel caso di At&t (e di Tim, Vodafone e di altri carrier) Apple ha fatto cadere la clausola del "revenue sharing" legata all'esclusiva di vendita e così il guadagno generato da telefonate e connessioni a Internet è tutto dell'operatore. Ma i bassi prezzi del terminale eviteranno la corsa forsennata degli iPhone "unlocked" (per sganciarsi da subito dal vincolo contrattuale del gestore mobile) che si è verificata con il primo modello, con oltre un milione di melafonini venduti pronti per ospitar qualsiasi Sim card telefonica?
Quanto ci guadagna Apple? Tanto…
Con il nuovo iPhone, la casa di Cupertino guadagnerà di meno per ogni unità venduta, ma l'impatto sui profitti della società sarà minimo perchè il prezzo più basso scatnerà l'acquisto di massa del terminale. L'analisi compiuta dal Wall Street Journal, il giorno dopo l'annuncio di Steve Jobs, ha aperto la discussione sui margini del nuovo smartphone alla vigilia del suo lancio planetario con prezzi di listino (associati agli abbonamenti ai servizi dell'operatore) decisamente inferiori a quelli del primo modello. Il punto focale è noto: Apple ha rinunciato a chiedere agli operatori una percentuale sui ricavi delle chiamate e punta a raggiungere molti più clienti nei 70 Paesi (Giappone compreso) in cui il nuovo iPhone sarà venduti. In altre parole nelle casse della società californiana non entrano più le percentuali sugli abbonamenti mensili, gli operatori si accollano i costi dei sussidi che permettono di tenere bassi i prezzi del terminale (concentrando il propri ocore business sui contratti a lunga scadenza) e a beneficiare di tutto ciò saranno (pare) i consumatori finali. Ma rimangono sul piatto almeno due domande: quanto costa l'iPhone a Apple (componenti e produzione) e quanto lo pagheranno gli operatori. Le risposte non mancano. C'è chi, gli analisti della società di ricerca Sanford Bernstein, stima che i profitti di Apple non saranno inferiori a 250 dollari per telefono avvalorando la tesi secondo cui l'iPhone 3G potrebbe essere il prodotto più redditizio creato da Apple. E questo perché il costo di produzione (o meglio dei componenti) dovrebbe essere notevolmente inferiore al modello precedente. L'indiscrezione è arrivata nei giorni scorsi da Portelligent, un'azienda texana specializzata in questo tipo di ricerche, la cui analisi sui materiali che compongono il nuovo melafonino stando alle specifiche fornite da Apple ha portato a calcolare in circa 100 dollari la spesa che andrà a sostenere Apple per singolo apparecchio, contro i 170 necessari per l'assemblaggio di un iPhone di prima generazione. Il costo aggiuntivo del chip 3G, stando a questa analisi, verrebbe ampiamente assorbito dai minori esborsi per lo schermo e le memorie, che hanno prezzi di mercato molto inferiori a un anno fa. Altri 25 dollari sarebbero stati limati su altri materiali e in soldoni si può calcolare che Apple guadagni un buon 50% su ogni pezzo venduto, senza dimenticare che il modello da 16 GByte costa alla società appena 20 dollari in più rispetto a quello da 8 Gbyte mentre il rincaro per il consumatore finale è di ben 100 dollari.
Ai costi di produzione vanno naturalmente aggiunti quelli di ricerca e sviluppo, di marketing e di distribuzione, ma se come dice Yankee Group Research il sussidio pagato da At&t si aggirasse attorno ai 200 dollari ecco spiegato come per Steve Jobs sia reale l'ipotesi di enormi margini di profitto. Tanto più che a portare dollari nelle casse della società della Mela contribuiranno ora anche tutti i servizi che ruotano intorno all'iPhone 3G, dal nuovo MobileMe all'iTunes Music Store ed Apple Store. Ed ecco che il senso delle parole pronunciate da Jobs sul palco del Moscone Center di San Francisco lo scorso lunedi – "Twice the speed, half the price", il doppio della velocità alla metà del prezzo – prende ancora più sostanza.